Caffo affronta la complessa tematica della filosofia vegan, identificando con ordine e luciditài punti salienti.   

L’autore parte dalla doverosa e mai banale definizione di persona vegana. Troppo spesso essere vegani viene erroneamente identificato con il seguire una determinata dieta alimentare; in realtà si tratta di abbracciare una filosofia di vita, che auspica la non violenza e la riduzione del proprio impatto ambientale. I vegani sono quindi coloro che, tramite una precisa presa di coscienza, riconoscono il peso delle proprie scelte quotidiane e decidono di sottrarsi a dei meccanismi socialmente accettati basati sullo sfruttamento e sofferenza degli animali, da reddito e non, e sulla distruzione di interi ecosistemi.

Senza tralasciare i limiti che spesso accompagnano la promozione di questo stile di vita, l’autore illustra le evidenze etiche della scelta vegan (dall’antispecismo alla devastazione ambientale). 

Secondo Caffo la filosofia vegan non rende migliori, ma visionari: si chiede alla società attuale di evolvere verso una realtà che rispecchi i propri valori e non perpetri atteggiamenti moralmente intollerabili. L’obiettivo non è la perfezione del singolo, ma la condivisione di un progetto di umanità pacifica. E questo progetto è già in corso: l’invito ai non vegani è quello di interessarsi a questo approccio di vita; ai vegani di essere una cassa di risonanza dei benefici, personali e sociali, di questa filosofia applicata nel quotidiano.

Chiunque, ogni giorno, compie una moltitudine di scelte che impattano sulla propria coscienza, sulla società e sull’ambiente. Riappropriarsi di uno stile di vita più consapevole è il più grande dono che possiamo fare a noi stessi, agli altri e al pianeta. 

Un ottimo punto di partenza per i neofiti che desiderano avvicinarsi alla tematica. Chiaro e razionale, Caffo evidenzia i benefici e le potenzialità dell’essere vegan, ben lontano da qualsiasi mania di grandezza.

L’autore più volte nel libro evidenzia il ruolo cruciale della testimonianza e della comunicazione dei partecipanti del movimento. Occorre interrogarsi sul proprio metodo e valorizzare i grandi benefici, materiali e psicologici, dell’adesione ad una filosofia pacifica: “Questa non è una battaglia tra vegani e non vegani, è una sfida per la possibilità di cambiamento comune”. 

Come ogni scelta fondata sull’etica, spesso è complesso riuscire ad instaurare una conversazione edificante e arricchente tra due punti di vista differenti. L’autore riporta l’attenzione al ruolo chiave della testimonianza costruttiva per la comunicazione del mondo vegan: senza giudicare il prossimo, parlare della propria esperienza, sperando che ciò possa essere di stimolo all’interlocutore.