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The True Cost

The True Cost

 – Documentario, 95′ – 2015

La trama

La pellicola, diretta da Andrew Morgan, si concentra principalmente sull’impatto della fast fashion sulla vita dei lavori del settore nella moda nei paesi in via di sviluppo.

Il documentario

Partendo dalla vicenda del crollo di Rana Plaza a Dhaka del 2013, il regista analizza lo sviluppo della moda degli ultimi decenni. Si scopre che oggi ben il 97% dei capi di abbigliamento nel mondo vengono prodotti nei paesi in via di sviluppo e che resta il settore che dipende maggiormente dalla forza lavoro umana (con 40 milioni di operai tessili). La necessità imposta dal marketing e dalle aziende che fanno parte di questo comparto, determina un fortissimo abbassamento della sicurezza e del salario dei lavoratori impegnati quotidianamente nella produzione di capi che in brevissimo tempo fanno il giro del mondo per arrivare nei negozi dell’occidente ricco.

Il film prosegue, poi, spostandosi in altre parti dell’Asia, dove il regista si sofferma a raccontare come l’industria del fast fashion, non solo è responsabile di questa schiavitù imposta alle popolazioni locali, che si adattano a salari inferiori ai 3 $ al giorno pur di sopravvivere, ma di come anche determini un alto grado di inquinamento ambientale. La Monsanto, celebre colosso del comparto agricolo mondiale, ha creato e brevettato il cotone BT, fibra sempre più diffusa nel settore tessile e in parte responsabile della contaminazione del suolo. Questa pianta, che produce la fibra utilizzata nell’industria tessile, è stata geneticamente modificata con un gene estratto da un batterio, che permette alla pianta di produrre delle tossine capaci di contrastare determinati parassiti. Il problema a cui si sta assistendo è un sempre maggiore impoverimento della terra, perché, oltre a non essere sempre efficace, i contadini impiegano sempre più prodotti chimici su una coltivazione che è già contaminata per migliorarne le prestazioni. Inoltre, le falde acquifere dei campi in cui questo genere di agricoltura è diffusa (in India in primis), da anni si stanno riempiendo di tossine che entrano a contatto direttamente con le popolazioni locali, determinando difetti congeniti, cancri di ogni genere, ritardi mentali, ecc. Ovviamente non è solo il cotone a essere responsabile dell’inquinamento del suolo. Il regista fa riferimento, per esempio, anche alla produzione del cuoio, che determina a sua volta problemi al terreno e alle falde con conseguenze per gli abitanti.

Infine, l’ultimo aspetto preso in considerazione, è quanto il marketing sia diventato invasivo per la nostra vita di consumatori e quanto crei dei bisogni, nella realtà inesistenti, di come tutto questo sistema venga accuratamente oscurato a favore di prezzi bassi e di illusioni di ricchezza per il ceto medio-basso di quella fetta di popolazione economicamente avanzata come la nostra.

Il documentario si conclude con una riflessione del regista sulla necessità di ridurre tutto il sistema che si è generato e far crollare questo tipo di economia diventata così malata.

Consigliato perché

PER RIFLETTERE SU QUANTO I MEDIA CI CONDIZIONINO NELLE SCELTE, ANCHE IN QUELLE CHE SEMBRANO SPINGERCI A ESSERE ALTERNATIVI ALLA MASSA.

La fast fashion sfrutta in maniera massiccia le possibilità offerte dalla pubblicità e dagli slogan, creando bisogni dove non ce ne sono e oscurando la realtà dei paesi in via di sviluppo che materialmente producono capi di bassa qualità.

PER RIFLETTERE SULLE CONDIZIONI DI VITA DEI LAVORATORI.

I lavoratori nel settore della moda “usa e getta” sono sfruttati ed è possibile migliorare le loro condizioni di vita facendo la scelta di non sostenerla più decidendo di acquistare capi solo da marchi etici certificati (da enti appositi come il commercio equo e solidale).

PER RIFLETTERE SUL NOSTRO PIANETA, SULL’INQUINAMENTO GENERATO DALLE NOSTRE SCELTE DI CONSUMO E SULLE CONSEGUENZE DI UN COMPORTAMENTO SCELLERATO.

Il documentario lancia un chiaro messaggio su quello che possiamo e dobbiamo fare per impedire che diventi velocemente troppo tardi per poter intervenire sugli errori fatti oggi e in passato.

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