Veganismo_Glossario

02. VEGANISMO

 

Una filosofia e un modo di vivere che esclude, ai limiti del possibile e praticabile, ogni forma di sfruttamento e crudeltà verso animali, per cibarsi, vestirsi, o per qualunque altro scopo.

Vegan Society

_ Memorandum, 1979

IL VEGANISMO

Il veganismo è una filosofia di vita che cerca, dove possibile, di non finanziare, sostenere e giustificare la sofferenza, lo sfruttamento e l’uccisione degli animali poiché sono esseri senzienti. Sono infatti dotati di sensi e di un sistema nervoso adeguato che gli permette di provare sensazioni positive (di piacere) e negative (di dolore). Significa che non si limitano per istinto a sopravvivere, ma che imparano per esperienza a ricercare una condizione di benessere e a evitare le situazioni di malessere, pericolo e sofferenza.

Il veganismo ha come obiettivo il rispetto della vita animale: si passa quindi da una visione antropocentrica, dove tutto ruota attorno all’uomo, a una ecocentrica, dove l’uomo è un essere vivente tra tanti, che vive in armonia con ciò che lo circonda. Vi è quindi il superamento della fin troppo gettonata etichetta del prevaricatore: la possibilità dell’uomo di sottomettere gli altri animali a proprio piacere non rende tale pratica moralmente accettabile.

Essere vegani non si limita all’alimentazione, ma riguarda l’intero stile di vita. Non si tratta di una semplice dieta, ma di un radicale cambio di prospettiva della relazione che il genere umano dovrebbe avere con gli altri animali e il pianeta. Siamo esseri empatici e ci rendiamo conto che gli animali hanno dei sentimenti e che meritano di vivere ed esprimersi secondo la propria natura, ma, attualmente, il pensiero comune continua ad identificarli alla stregua di oggetti. Vi sono numerose ragioni per cui la scelta vegana è ancora minoritaria, fortunatamente nessuna di queste è valida o insormontabile.

LA NARRAZIONE DISTORTA E LA NORMALIZZAZIONE DI UN SISTEMA INSOSTENIBILE

Sul cartone del latte, mucche felici sorridono in mezzo a grandi pascoli verdi, mentre in televisione galline razzolano libere nell’aia di un idilliaco casale in campagna. Nella nostra quotidianità, nel mondo della comunicazione lo sfruttamento e l’uccisione animale vengono altamente edulcorati (se non totalmente rimossi) nella narrazione al consumatore finale. Quest’ultimo ignora cosa sia oggi il mercato che finanzia, troppo spesso caratterizzato da un’atroce logica produttiva, priva del più basilare rispetto per esseri viventi senzienti. Per far sì che nessuno debba identificarsi come un sostenitore di tale sistema nasce la narrazione distorta del marketing.   

Negli ultimi anni sono sempre più numerose le indagini investigative svolte da associazioni animaliste che documentano lo stato attuale degli allevamenti e, oltre alle incredibili situazioni illegali denunciate, purtroppo anche i casi in cui la legge viene rispettata, lo scenario ripreso è spesso agghiacciante. Questo lavoro investigativo è uno strumento estremamente efficace per cercare di portare in superficie la realtà dei fatti. Ciò che si cerca di scardinare è una consolidata moltitudine di false credenze ancora in auge, vista la distanza tra l’industria dell’allevamento e il consumatore. È difficile porsi in un contesto tradizionale dei quesiti come il perché la mucca fa “sempre” il latte o se gli animali macellati trascorrono davvero una vita degna. Eppure, una volta che si scoperchia il vaso di Pandora è difficile voltarsi dall’altra parte.

Ci rendiamo conto che gli animali provano dei sentimenti; tuttavia, crescere in un contesto dove bisogna rispettare gli animali, a meno che non si trovino nel nostro piatto o nel nostro armadio, ha agevolato la credenza che gli animali d’allevamento in fondo facciano una vita dignitosa che, nel caso del mercato della carne, culmina con un estremo sacrificio doveroso, il giusto prezzo per essere stati allevati e accuditi siano a quel momento. In realtà gli animali allevati non vivono che una piccola frazione di quella che dovrebbe essere la loro aspettativa di vita, in un ciclo continuo di dolore e sofferenza.

PERCHÉ IL VEGANISMO

Il veganismo è una risposta empatica e più ecologista all’attuale sistema legalizzato di abusi. Le motivazioni che portano il singolo ad avvicinarsi al veganismo si suddividono solitamente in tre macroaree: motivazioni animaliste, ecologiste (sostenibilità ambientale) e salutiste. Appartiene alla prima aerea chi non tollera lo sfruttamento e l’uccisione sistematica di una sterminata moltitudine di animali. Alla seconda chi è consapevole delle implicazioni delle proprie abitudini sull’ambiente e, tramite il boicottaggio dell’industria dell’allevamento, vuole limitare il proprio contributo al cambiamento climatico. Infine, molte persone si sono interessate ad una dieta vegana per i comprovati benefici sulla salute. 

Qualunque sia il fattore scatenante, spesso chi approfondisce l’argomento scopre lungo il percorso le altre motivazioni e i numerosi benefici, traendo ulteriore consapevolezza e determinazione per perseguire la strada intrapresa nella sua interezza. La persona vegana non crede di salvare il mondo da sola, ma indirizza il proprio agire in quella direzione: nella propria sfera di azione opera scelte per il bene comune. 

DIVENTARE VEGANI

Per diventare vegani serve una consapevolezza riguardo alla possibilità di fare qualcosa nel proprio piccolo. Non si tratta di compiere delle rivoluzioni al di là delle proprie possibilità, ma di direzionare le scelte che siamo chiamati a compiere ogni giorno (comprare cibo, vestiti, ecc.) tenendo in considerazione gli esseri senzienti discriminati. La difficoltà maggiore sta nel capire che non si tratta di dover dimostrare qualcosa a se stessi o agli altri, ma di far qualcosa per se stessi e per gli altri. I benefici sono infatti davvero tanti, in primis una coscienza più leggera. Solitamente si investono tante energie e tempo alla ricerca del benessere psicofisico: il veganismo, portandoci ad instaurare un rapporto più rispettoso nei confronti di chi e di ciò che ci circonda, è decisamente un ottimo investimento.

Il veganismo porta a riflettere, approfondire e sperimentare valori fondamentali per un’esistenza non violenta, volta a non recare dolore (quando evitabile) a tutti gli esseri senzienti; inoltre agevola il mettersi in discussione e il responsabilizzarsi, valutando gli effetti delle proprie scelte. Diviene una naturale messa in pratica di una concezione empatica della propria esistenza e riuscire ad alimentare uno stile di vita più inclusivo diventa sinonimo di una collettività più conscia degli individui che la compongono.

TRADIZIONE E GUSTO: RIAPPROPRIARSI DEL PROPRIO SPIRITO CRITICO

Il veganismo, intaccando svariati aspetti della vita quotidiana, è un tema estremamente radicato e sensibile, visceralmente connesso all’identità stessa di un popolo. La persona vegana viene spesso di conseguenza etichettata come estremista perché mette in discussione elementi della nostra tradizione. È bene riconoscere che l’allevamento degli animali nel passato (e ancora oggi in rare situazioni limite) è stato fondamentale per lo sviluppo del genere umano. Oggi invece lo sfruttamento animale, necessario per soddisfare la dieta e stile di vita occidentale standard, è un fardello per l’intero pianeta.

La tradizione cambia ed evolve insieme alle persone: tante pratiche considerate lecite in passato oggi sono riconosciute come discriminazioni disumane (razzismo, sessismo, ecc.). Si tratta di interrogarsi con spirito critico se lo sfruttamento animale sia lecito e moralmente accettabile ed è facile dedurne che non vi sia alcuna buona ragione per perpetrare tale pratica.

C’è chi, pur riconoscendo la barbaria del sistema dei prodotti di origine animale, si appella alla questione del gusto: dichiara l’impossibilità di rinunciare ai sapori dei cibi di origine animale. Fortunatamente il gusto si educa: l’etica cambia la percezione e ciò che oggi ci sembra irrinunciabile, diventando sinonimo di sofferenza e morte, diventerà sempre meno appetibile. Allo stesso tempo, volendo rivedere gli ingredienti della nostra alimentazione, se ne scopriranno di nuovi e, sperimentando, la nostra lista di piatti preferiti si arricchirà ed evolverà con noi.

LA COMUNICAZIONE DEL MONDO VEGAN: INFORMAZIONE E TESTIMONIANZA ATTIVA

Il movimento vegan per ampliarsi ha bisogno di testimonianze attive legate ai benefici dell’essere vegani. Ricordandosi che ognuno è libero di compiere le proprie scelte sempre e solo nel rispetto per gli altri, l’ignoranza verbale e il non rispetto delle scelte altrui è solo violenza gratuita che rischia di alzare una barriera contro chi invece dovrebbe esser invogliato e incoraggiato a documentarsi.

Occorre credere in noi stessi ed essere se necessario fonte di cambiamento, poiché siamo chiamati ogni giorno a compiere delle scelte che hanno un immediato impatto nel mondo. Non è svilendo il nostro ruolo nella quotidianità che rispettiamo noi stessi; non è deresponsabilizzandoci e vivendo nel benaltrismo che ci sentiremo in pace con ciò che ci circonda.

La cosiddetta “forza per cambiare”, la motivazione profonda, viene naturalmente alimentata da una maggior conoscenza del contesto nel quale siamo immersi. Il frutto del lavoro di scrittori, documentaristi e di numerose associazioni animaliste costituisce un ampio bacino da cui poter attingere.

Inoltre, tra siti appositi e social media, oggi esistono veri e propri strumenti di supporto per agevolare la transizione verso il veganismo, con numerose nozioni pratiche e la possibilità di dialogare con persone vegane per approfondire dubbi e benefici.

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