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01. MINIMALISMO

Immaginatevi una vita con meno oggetti, meno disordine, meno stress, meno debiti e meno malcontento. Una vita con meno distrazioni. Ora immaginatevi una vita con più cose. Più tempo, più relazioni significative, più crescita, un contributo maggiore e più appagamento.

J. Fields Millburn

_ Minimalism: A Documentary About the Important Things, 2016

PERCHÉ IL MINIMALISMO

Il minimalismo è una filosofia secondo la quale è fondamentale liberarsi del superfluo per potersi focalizzare e godere di ciò che porta realmente valore nella propria vita. 

Questo principio è facilmente condivisibile in linea teorica, ma la domanda di fondo è: siamo davvero sicuri di riconoscere ciò che è realmente portatore di valore nella nostra vita? 

IL CONSUMISMO E LA RICERCA DELLA FELICITÀ

Viviamo letteralmente sommersi da oggetti, la stragrande maggioranza dei quali non sappiamo nemmeno di possedere, eppure siamo ogni giorno affascinati e piacevolmente attratti dal nuovo dispositivo tecnologico, dal nuovo paio di scarpe e da quel nuovo set di bicchieri. Tali oggetti non ci servono, eppure esercitano su di noi un forte desiderio. Questo perché siamo alla continua ricerca della felicità e, grazie al modello martellante di successo veicolato dalla nostra società, siamo più o meno consciamente convinti che la troveremo negli oggetti e nello status a loro associato. 

L’essere sottoposti costantemente ad un modello di felicità indissolubilmente legato alla ricchezza materiale fa sì che sia quasi automatico pensare che sarei sicuramente più felice in una casa più grande, con tanti bei vestiti nell’armadio e lo smartphone nuovo.

Ma, fermandoci a ragionare seriamente sulla questione, siamo davvero sicuri che la nostra felicità sia vincolata al possedimento di questi oggetti? Qui non si tratta di promuovere una vita da asceta, ma, attraverso uno spirito critico e l’ascolto interiore, di comprendere che troppo spesso facciamo acquisti non per necessità, ma per colmare utopisticamente un vuoto. 

Significa prendere le distanze dalla logica consumistica che oggi caratterizza il mondo occidentale, sforzandosi di riconoscere gli oggetti per ciò che realmente sono e non per il valore simbolico ad essi conferito dal contesto nel quale viviamo.

IL PREZZO E IL VALORE DELLE COSE

Quando compriamo gli oggetti non stiamo usando del “semplice” denaro, ma il lavoro necessario per guadagnare quest’ultimo: significa che nell’acquisto andiamo ad investire il nostro tempo, ossia ciò che di più prezioso abbiamo al mondo.

Il falso mito onnipresente nella nostra quotidianità è che per essere un po’ più felici occorre possedere tali oggetti. In realtà quest’ultimi spesso soddisfano un desiderio passeggero, non un bisogno: non rispondono ad un’esigenza, e sono condannati a risultare presto superflui: una piccola toppa che cerca di coprire un grande strappo interiore, un senso di incompletezza. Vedendo fallire le nostre speranze inconsciamente riposte nel nuovo oggetto di turno, torniamo ad alimentare la nostra frustrazione.

Per interrompere questo circolo vizioso occorre in primis prendere atto della sua esistenza e cercare di investire le proprie risorse in ciò che arricchisce davvero la nostra vita. Non si tratta di demonizzare gli oggetti o il consumo di essi in generale, ma, al contrario, di restituire dignità alle cose (e al loro utilizzo) proprio perché selezionate da un soggetto in quanto portatrici di significato. 

Non esiste una lista di oggetti universalmente inutili, ma ciascuno di noi ha nella propria vita una moltitudine di cose non necessarie che non contribuiscono alla propria felicità. Accettiamo passivamente che rimangano accatastate, che si accumulino, che occupino spazio e che diventino solo un ingombro. Intanto gli oggetti aumentano e lo spazio a nostra disposizione diminuisce, facendoci sentire in difetto. 

 

SPENDERSI E AVER CURA DEL NECESSARIO E LIBERARSI DEL SUPERFLUO

Il processo di semplificazione della propria quotidianità tramite il minimalismo inizia quindi con il chiedersi di che cosa abbiamo bisogno, smettendola di bramare di guadagnare più per poterci permettere acquisti per effimeri momenti di contentezza.

Il minimalismo mira a valorizzare ciò che è importante per noi, liberandoci da ciò che appesantisce, fisicamente e non, la nostra vita. Significa valutare ciò che possediamo (e ciò che sentiamo l’impulso di voler possedere) attraverso una scala di valori personale che rispecchi chi siamo e chi vogliamo essere.

Compiere una deliberata scelta di vivere con ciò che reputiamo essere importante per la nostra felicità, lasciando andare tutto il resto, non è una rinuncia, una perdita, ma un atto volitivo, un processo di selezione cosciente.

Spendere le nostre energie, il nostro tempo e il nostro potere economico in ciò che contribuisce in senso profondo a far maturare e arricchire (nel senso più nobile del termine) noi come individui è il miglior investimento personale e collettivo possibile. 

Il minimalismo è legato ad un nuovo concetto di consumo dove occorre valorizzare ciò che si possiede: selezionando ciò che reputiamo importante, prendendosene davvero cura, nel rispetto di tutte le risorse naturali e del nostro sforzo economico / psicologico “contenuti”, dandosi l’opportunità di essere sinceramente grati per ciò che si possiede. Lontana dalla logica dell’acquisto “fast” (fast fashion, fast food ecc), ci si riappropria di una tempistica più umana e ponderata di possesso e fruizione.

DEFINIRE IL PROPRIO ESSENZIALE

È come partire per un viaggio con la valigia perfetta, che contiene tutto e “solo” ciò che è davvero utile. Questo non significa che la valigia in questione debba essere un minuscolo bagaglio a mano, ma sarà comunque la versione più leggera possibile. 

Non devo liberarmi di qualcosa che mi appaga nel profondo possedere, anche se si tratta di qualcosa di molto ingombrante: l’unico criterio da utilizzare è domandarsi se l’oggetto in questione sia di qualche concreta utilità o se porti gioia nella propria vita. Ognuno è giudice per se stesso quindi ogni selezione avverrà su criteri estremamente soggettivi: se adoro la mia collezione di libri, biglietti del cinema usati, attrezzi da giardinaggio ecc. ovviamente, per quanto sostanziosa possa essere, rimarrà nel mio “essenziale”.   

Non esiste un processo univoco per diventare minimalista: c’è chi in un giorno decide di liberarsi di tutti quegli oggetti per lui superflui (vendendoli, regalandoli, donandoli, riciclandoli  ecc.) e chi invece preferisce “setacciare” con calma i propri averi, magari una stanza al mese, o un quantitativo di oggetti a settimana. Approfondendo l’argomento, ci sono tanti metodi operativi eterogenei. In ogni caso, il minimalismo è un approccio che va mantenuto nel tempo: non si tratta di una soluzione occasionale per riparare allo shopping compulsivo, ma di una modalità comportamentale che non ti permette più di accumulare oggetti privi di senso.

Possedere solo oggetti che hanno un ruolo nella nostra vita significa avere più tempo a nostra disposizione, liberi dal carico mentale, dalla gestione e senso di colpa legati all’accumulo di un bagaglio inutilmente pesante. 

 

IL POTENZIALE DEL MINIMALISMO

In generale tutti parlano dell’analisi (e conseguente liberazione) dagli oggetti fisici superflui, per arrivare a rafforzare un modus operandi che si possa riflettere anche nella gestione di aspetti più profondi come gli affetti e le relazioni con chi ci circonda. 

Superando la dimensione materiale, quindi, trova piena applicazione anche sul piano relazionale e affettivo. Riconoscendo le relazioni che reputiamo importanti, abbiamo la possibilità di coltivarle prestando impegno e cura, liberandoci da carico mentale e stress superflui derivanti da gestione di socialità fine a se stessa. Circondarsi di persone senza potervi instaurare rapporti significativi è un dispendio di energie e ci priva di importanti occasioni di approfondimento delle relazioni per noi importanti.    

Il minimalismo è una filosofia e pratica che contribuisce a porre le condizioni per un’esistenza più centrata e rispettosa. Questa pratica quotidiana di semplificazione e valorizzazione, dalle piccole alle grandi scelte, influisce positivamente sulla nostra vita.

La felicità non è insita negli oggetti, ma nel privilegio di perseguire ciò che è importante per noi, ossia ciò che contribuisce alla nostra realizzazione personale e alla felicità che ne deriva. Evitare il superfluo è una deliberata scelta politica ed espressione di libertà.

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